| Costruito sulle canzoni degli ABBA, ma non è un musicarello: la storia c’è ed è pure ben congegnata. Divertente senza essere stupido, perché la commedia ancora esiste e le cretinate sono un’altra cosa. Riesce anzi a toccare temi (molto) seri, e senza perdere leggerezza. Il finale imprevedibile e spumeggiante scongiura la melassa di un ovvio happy end. Lei, Meryl, recita, canta, balla, salta, ride e piange. Perché gli Attori, anzi, le Star, ci sono ancora, per fortuna. E pure mani e sguardi alla regia che sanno che farne. Che qui aggiunge quel tocco squisitamente femminile e geniale di tante piccole “pensate”. La splendida cornice del “greco mar” (donde vergine nacque Venere, e fea quell’isole feconde col suo primo sorriso) aiuta e diviene complice fino alla struggente scena in cui Meryl recita, più che cantare, la bellissima canzone “The winner take it all”. Insomma, un tocco di grazia estrosa per una storia che, raccontata così, sembrerebbe una banalità. Come accadeva per le storie dei grandi commediografi. E per fortuna, la commedia ancora esiste. Fa piacere sapere che è indubbiamente una Signora. Dunque, mai volgare, pure nei temi più intimi come l’incerta paternità. E, si sappia, non è andata con centinaia di uomini.
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